Norme redazionali della rivista

(Scarica il file contenente le norme redazionali di Horti Hesperidum).

Indicazioni generali

Si raccomanda di attenersi scrupolosamente alle norme qui riportate. Il poco tempo richiesto da una lettura attenta di queste pagine sarà un ottimo investimento: servirà infatti a evitare ogni sorta di confusioni, malintesi, ritardi, e consentirà un notevole risparmio di lavoro, anche ai collaboratori stessi, nella correzione delle bozze.

Poiché le norme riportate riguardano solo alcuni casi, si rammenta che una regola generale imprescindibile è quella dell’uniformità: una volta adottato un certo criterio, esso deve essere rispettato tassativamente in tutto il saggio.

  • I testi devono essere consegnati in versione definitiva, inviati tramite e­mail o su supporto elettronico (cd­rom), in formato Word.
  • Ringraziamenti ed altre annotazioni possono essere inseriti in calce alla prima pagina del testo, in corpo note, senza asterischi al titolo e senza numerazione.
  • Eventuali illustrazioni devono essere consegnate separatamente in file formato jpg. Tutto il materiale deve essere numerato progressivamente e corredato dalle corrispondenti didascalie. Le immagini digitalizzate andranno preferibilmente acquisite in formato “.jpg” e ad una risoluzione di almeno 300 dpi. Sarà cura degli autori fornire il permesso di pubblicazione delle fotografie o della riproduzione dei manoscritti.
  • È previsto un unico giro di bozze, che dovranno essere verificate e corrette su copia cartacea, spedita anche tramite email dopo scansione, o su un file utilizzando i programmi di revisione di Word/Adobe-pdf e restituite nei tempi indicati dalla redazione.
  • Per le norme relative all’impaginazione e alla formattazione dell’articolo si rimanda al paragrafo conclusivo

 

 

Testo. Compilazione e composizione

Il testo corrente e le note vengono composte senza rientri di capoverso. Per gli stacchi usare uno spazio bianco di una riga.

Citazioni

– la citazione nel testo va tra virgolette doppie all’italiana: «…»

– la citazione nella citazione va tra virgolette inglesi doppie: “…”

– quando la citazione rimanda a nota, il richiamo di nota deve venire dopo la chiusura delle virgolette, in numero arabo, a esponente, senza parentesi, seguito dalla punteggiatura. Esempio:

Nel 493, dopo anni di lento procedere dalla provincia dell’Epiro, dove si era ultimamente fissato il ramo orientale dei Goti1, Teodorico «rex omnium suorum»2, mandato dall’imperatore Zenone a ristabilire il suo potere sulla Pars Occidentis, …acclamato poi dall’assemblea dei guerrieri «quasi jam “Romanorum Gothorum” regnator»3 […]

 

Corpi minori

Quando nel corso di un testo viene riportata una citazione di una certa lunghezza, tale da avere una propria autonomia rispetto all’esposizione del ragionamento, essa viene riprodotta a stampa in un corpo minore (di un punto sotto quello del testo corrente), senza virgolette e senza rientro di capoverso. L’eventuale omissis viene indicato con tre puntini fra parentesi quadre […]

 

Nel 493 […], Teodorico

 

Sarà buona norma, per facilitare l’individuazione di questi corpi minori, staccarli opportunamente con uno spazio di bianco. Le parentesi quadre si useranno anche per note dell’autore, redattore o traduttore [sigle: n.d.a; n.d.r; n.d.t.] eventualmente inserite nella citazione.

 

Corsivi

Il corsivo nel testo sarà limitato a:

– titoli di libri, capitoli, film, canzoni, poesie, opere d’arte, articoli di riviste o miscellanee, termini indicanti parti delle opere (Es.: Presentazione, Prefazione, Appendice);

– vanno invece in tondo tra virgolette: riviste, giornali, periodici, titoli di mostre o di convegni.

– le parole straniere o dialettali, quelle latine, le traslitterazioni dal greco, quando non siano entrate a far parte dell’uso comune in italiano (Es. stemma codicum, tout court, know how);

– i vocaboli stranieri di uso corrente andranno invece sempre al singolare e in tondo (Es.: i film, i leader, il software ecc.);

– notare che l’uso del corsivo rende superflue le virgolette.

 

Date

Normalmente si preferiscono le date nella forma per esteso:

Nelle date il giorno e l’anno si indicano con numeri arabi, il mese in lettere minuscole: 3 luglio 1976.

Per altre indicazioni cronologiche si faccia riferimento agli esempi seguenti:

  • il 1978 (non il ’78)
  • il Settecento (non il ’700)
  • 1923-1925 (non 1923-25)
  • gli anni Quaranta (non ’40)

 

Numeri

Vanno scritti in lettere (esempio: dipinse tre affreschi) a esclusione di:

– informazioni di tipo statistico o quantitativo;

– nel caso di date (Es.: il 20 dicembre 1975);

– numeri che hanno uno specifico carattere distintivo (numero di matricola, di tassi, di abitazione, di pagina ecc.) o che corrispondono a un preciso dato geografico (Es.: la matricola 98453; una città di 127.000 abitanti. N.B. I numeri inferiori a 10.000 vanno scritti senza puntino (esempio: 3492 donne su 5000). Invece per i numeri superiori alle 4 cifre, si userà il puntino di divisione (1.000.000);

– nei rinvii a numeri di pagine si riportano sempre per esteso la pagina iniziale e quella finale:

(Es. corretto: pp. 125-126. Es. sbagliato: 125-26 o 125-6).

 

Uso del maiuscolo e del minuscolo

Come principio è bene fare uso del maiuscolo il meno possibile. Lo si adopera per:

– i nomi che indicano epoche o avvenimenti di grande importanza. Es.: il Quattrocento, il Risorgimento, il Terziario, il Paleolitico, la Rivoluzione francese, la Liberazione, la Resistenza;

– i termini geografici nei casi in cui stanno a specificare la regione geografica. Esempio: l’America del Nord, la crisi del Medio Oriente;

– i nomi geografici. In quelli composti il nome comune avrà l’iniziale minuscola, il nome proprio l’avrà maiuscola. Esempio: il mar Mediterraneo, sul lago Maggiore, nel golfo di Napoli;

– gli appellativi e i soprannomi. Esempio: Lorenzo il Magnifico, Riccardo Cuor di Leone;

– i nomi di palazzi, teatri, locali pubblici. Esempio: palazzo Madama, cappella Sistina, ospedale Maggiore, teatro alla Scala). In genere con il minuscolo si indica l’edificio in se stesso, mentre con il maiuscolo ci si riferisce a esso in quanto ente o istituzione. Esempio: La Chiesa ravennate nel Medioevo era l’ente religioso più ricco e prestigioso dopo la Chiesa di Roma. Ma: il ciclo musivo della chiesa di Sant’Apollinare in Classe;

– Santo/a, solo quando fanno parte del nome proprio di una chiesa, località o via. Esempio: Nella chiesa di Santa Caterina; le torri di San Gimignano; in via San Filippo Neri. Ma: il martirio di san Sebastiano. In ogni caso, mai sostituire la parola «san» con «s.»

 

Parentesi

Si usano le parentesi tonde ( ) per incisi o considerazioni di chi scrive. Nel caso di note redazionali, del curatore, del traduttore si usano le parentesi quadre […]. [sigle: n.d.a; n.d.r; n.d.t.]

Prima delle parentesi non va mai la virgola.

 

Sigle

Le sigle e i numeri romani, salvo diversa esplicita indicazione, vanno sempre in carattere maiuscoletto.

Sempre senza puntini di separazione tra lettera e lettera.

Esempio: CAI, TCI, IRI, FIAT, Paolo VI, Carlo V, III secolo, XV Biennale.

 

Uso di virgolette e trattini

– Virgolette in basso « »: per le definizioni, le citazioni di parole o brevi brani, per i titoli dei periodici.

– Virgolette in alto “ ”: solo per citazioni all’interno di una citazione principale.

– Virgolette semplici in alto ‘ ’: limitate ai casi in cui si voglia enfatizzare un termine o denotarne un uso diverso da quello comune.

Per quanto riguarda i trattini si raccomanda di usare:

  • negli incisi il trattino medio ( – );
  • per stacco in date, indicazioni di pagine etc. il trattino breve (­ – ): (Es.: 1995­-1996, pp. 12­-45)
  • non usare mai il trattino lungo ( — ).

 

Note

Vanno composte anch’esse – come il testo corrente – senza rientro di capoverso. Il numero progressivo di nota all’interno del testo corrente precede sempre tutti i segni di punteggiatura escluse le virgolette. Il numero di nota è sempre a esponente e senza parentesi. Esempio: «Il numero di nota è sempre a esponente»3.

Bibliografia

La bibliografia completa si riporta in fondo all’articolo, utilizzando una sigla di rimando (secondo il sistema di citazione Autore/ Data), seguita dal riferimento bibliografico completo.

 

Bibliografia abbreviata (in nota)

È quella che viene data in forma ridotta al minimo attraverso la sigla, comprendente solo quei dati che consentono di ritrovare la voce in questione nella bibliografia generale posta alla fine del saggio.

Quando in nota si cita una fonte manoscritta, dopo l’autore e il titolo andrà indicata la collocazione abbreviata (con esclusione della prima volta, vedi sopra) seguita dai dati relativi. Esempio: E. Cicogna, Diari, BMC, ms. PD 732, c. 33. [abbreviarlo in bibl. Generale nel caso di fonti ms ripetute spesso e di particolare importanza per il saggio?]

 

Sigla

La sigla di richiamo bibliografico si compone:

– Cognome dell’autore e anno di pubblicazione, in maiuscoletto tondo. Es.: Longhi 1950.

– Numero di pagina o altri riferimenti specifici. Es.: Longhi 1950, p. 18.

– Nel caso di opere miscellanee/senza autore riportare una sigla del titolo del volume in

maiuscoletto corsivo. Es.: Pittura a Roma nel Cinquecento 1980.

Le sigle seguono l’ordine alfabetico e cronologico (ascendente) per autore o per titolo.

Nel caso si debbano citare due opere dello stesso autore uscite nel medesimo anno, si distinguano con

lettera minuscola in ordine crescente. Es.:  Longhi 1950a; Longhi 1950b.

Citare sempre in forma abbreviata Autore/ data il contributo di un autore all’interno di un volume (Es. corretto: Zeri 1980, p. 150. Es. errato: Zeri in Pittura a Roma nel Cinquecento 1980, p. 150).

 

Bibliografia generale (al termine del saggio)

La bibliografia generale è sempre in ordine alfabetico. Quando uno stesso autore venga citato più di una volta, all’interno si seguirà l’ordine cronologico. Ogni voce va terminata con un punto.

 

– va anzitutto scritto il cognome dell’autore seguito dalla data, tutto in maiuscoletto tondo e così come riportato nella sigla di richiamo bibliografico citata in nota.

– segue sulla stessa riga il simbolo = , separato da uno spazio.

– segue, separata da uno spazio, la bibliografia specifica in forma sciolta: nome puntato e cognome (entrambi in maiuscoletto), segue tutto il resto (vedi avanti) con rientro di 3 spazi nelle righe successive alla prima di ciascuna voce;

Esempio: Grassi 1956 = L. Grassi, Il disegno italiano dal Trecento al Seicento, Roma 1956. 

– gli articoli di riviste, i saggi in volumi di autori vari ecc. dovranno avere l’indicazione della pagina iniziale e finale;

– le particelle de, von, van, pur non andando posposte, non vengono tenute in considerazione ai fini dell’ordine alfabetico; a determinarlo sarà invece l’iniziale del cognome vero e proprio. Fanno eccezione solo i casi in cui tali particelle, per motivi di lingua, tradizione ecc., siano diventate parte del cognome (Es.: Van Dick, Van Eick, El Greco ecc.)

 

La redazione delle singole voci sciolte dovrebbe avere questa successione:

  • AUTORE: Nome puntato e Cognome in maiuscoletto tondo seguito da virgola. Se gli autori sono tre, citarli tutti di seguito inframmezzati da virgola. Se ci sono più autori ma esiste uno (o più) curatori dell’antologia, allora si deve segnalare solo il curatore (Es.: Case del popolo 1986 = Case del popolo, a cura di M. De Michelis, Venezia 1986);
  • TITOLO: Maiuscolo/minuscolo sempre in corsivo, seguito da virgola. Cercare sempre di riportare il titolo originale di un’opera seguito poi dalla traduzione, e non direttamente la traduzione;
  • LUOGO E DATA di pubblicazione: Maiuscolo/minuscolo tondo senza virgola tra loro. La città, per quanto possibile, va citata nella sua versione originale. In mancanza di questi dati, sostituire con s.l. (senza luogo) e s.d. (senza data).

Esempio: Previtali 1964 = G. Previtali, La fortuna dei primitivi, dal Vasari ai neoclassici, Torino 1964.

 

 

Cataloghi di mostre

– per la citazione di cataloghi di mostre, si aggiungerà la voce catalogo della mostra, [seguita da parentesi tonde con indicazione di luogo e date??], e possibilmente il curatore subito dopo. Esempio: Carte da navigare. Portolani e carte nautiche, catalogo della mostra ([indicazione di luogo-luoghi, date??]), a cura di S. Biadene, Venezia 1990.

 

Titoli senza autore

– i titoli senza autore verranno messi in ordine alfabetico sotto la prima parola che non sia una preposizione o un articolo, senza togliere l’articolo o qualsiasi altra particella posta dinanzi alla parola stessa; tali titoli andranno in corsivo maiuscoletto. Es.:  Pittura a Roma nel Cinquecento 1980; La pittura a Venezia nel Seicento 1998.

 

Rivista

– quando si cita una rivista bisognerà specificare nell’ordine, dopo l’autore, il titolo dell’articolo e la rivista stessa (tra virgolette, preceduta da in ) e: serie, annata, numero o fascicolo, anno di pubbl., numeri di pagina. Esempi: U. Procacci, Per una citazione cronologica esatta delle note delle Vite del Vasari dell’edizione Sansoni, in «Rivista d’arte», 4 s., 1, 37, 1984, pp. 405-407.

 

Atti

– solo gli Atti di convegni si considerano come libri antologici. Gli «Atti di società, istituzioni, università, ministeri, studi in onore di, miscellanee» sono considerati come periodici;

– quando si vuole citare l’intervento di un autore all’interno di un’opera, si dovrà sempre specificare il titolo del saggio.

 

Voci

– per la citazione delle voci biografiche di dizionari, enciclopedie ecc., dopo l’autore e il termine ad vocem, si dovrà indicare il titolo mantenendo la stessa scrittura presente nel volume considerato. Esempio: Arrigoni 1931 = P. Arrigoni, ad vocem Nuvolone Carlo, Francesco, in U. Thieme, F. Becker, Allgemeines Lexikon der Bildenden Künstler, Leipzig 1931, vol. XXV, pp. 540-541;

– se si tratta di voci anonime (vedi Thieme, Becker) si dovrà far riferimento al titolo. Esempio: U. Thieme, F. Becker, Allgemeines Lexikon der Bildenden Künstler, Leipzig 1912, vol. VII, pp. 521-522;

 

Fonti antiche e iscrizioni

Per gli autori greci e latini si usino rispettivamente le abbreviazioni del Liddell-Scott-Jones (salvo DIO

CASS.; SOPH.; AESCH.; EURIP.; POLYB.; ARISTOPH.; DION. HAL.; DEMOSTH.; STEPH. BYZ.; PLUT.; XENOPH.) e del Thesaurus Linguae Latinae (HDT., 1,3,1; PLUT., Per., 5,1; STRABO, 5,1,7).

Le iscrizioni si citino specificando numero: n., e linea/e: l. o ll. (CIL, XI, n. 3036, l. 3).

 

Editoria in rete

Per i rimandi a siti on line si indichi l’indirizzo virtuale completo.

Es.: http://www.horti-hesperidum.com.

 

Abbreviazioni

– i termini pagina, pagine, pagina e seguenti vanno abbreviati rispettivamente: p., pp., pp., ss.;

– volume si abbrevia vol. o, in caso di più volumi, voll., preceduto dal numero arabo nel caso di citazione di un’intera opera, o seguito dal numero romano quando si dà una citazione puntuale di un determinato volume. Esempio: Case del popolo, a cura di M. De Michelis, 2 voll., Venezia 1986; U. Thieme, F. Becker, Allgemeines Lexikon der Bildenden Künstler, Leipzig 1931, vol. XXV, pp. 540-541;

– i puntini di abbreviazione, o omissis, o sospensione, non devono essere mai più di tre;

– il termine numero va abbreviato con n.; al plurale con nn.;

– metri, centimetri e misure in generale vanno senza punto finale: m, cm, km ecc.;

– circa si abbrevia in ca.;

– eccetera va abbreviato in ecc. e non va preceduto da virgola;

– le indicazioni e i rimandi a biblioteche, archivi, collezioni vanno dati la prima volta per esteso (esempio: Archivio di Stato di Venezia); successivamente in forma abbreviata (esempio: ASV);

 

Le abbreviazioni più comuni sono:

altezza: alt.

articolo/i: art./artt.

avanti Cristo/dopo Cristo: a.C./d.C.

capitolo/i: cap./capp.

carta/e: c./cc.

catalogo: cat.

centimetri, metri ecc.: cm, m

circa: ca.

citato/i: cit./citt.

codice/i: cod./codd.

confronta: cfr.

eccetera: ecc.

edizione: ed.

esempio: es.

fascicolo/i: fasc.

figura/e: fig./figg.

foglio/i: f./ff.

fuori testo: f.t.

inventario: inv.

italiano: it.

latino: lat.

linea (e): l., ll.

manoscritto/i: ms./mss.

nota/e: indicare per esteso

nota dell’autore: [n.d.a]

nota del redattore: [n.d.r]

nota del traduttore: [n.d.t]

numero/i: n./nn.

pagina/e: p./pp.

recto: r.

recto: r (per mss., fogli)

ristampa anastatica: rist. anast.

seguente (i): sg., sgg.

senza data: s.d.

senza luogo: s.l.

serie, nuova serie: s., n.s.

sopra: cfr. supra

sotto: cfr. infra

supplemento: suppl.

tabella/e: tab./tabb.

tavola/e: tav./tavv.

tomo(i): t., tt.

traduzione di: trad. di

vedi: vd.

verso/i: v./vv.

verso: v (per i mss.)

 

Formattazione degli articoli

 

Font utilizzato

Times New Roman.

 

Interlinea

Singola.

 

Margini (impostazione pagina)

Superiore: 3 cm. Inferiore: 2,5 cm.

Sinistro: 3 cm. Destro: 2,5 cm.

 

Capoverso

Nessuno.

 

Autore e Titolo

Carattere 14, Maiuscoletto, grassetto.

 

Testo

Carattere 12.

 

Note

Carattere 10.

 

Citazioni lunghe (più di tre righe) all’interno dell’articolo

Carattere 11, senza rientri , stacco di una riga vuota sopra e sotto la citazione.

 

Rimandi bibliografici in nota

Autore/Data in maiuscoletto, carattere 10 (come il testo delle note). Es.: Vasari 1568; Le meraviglie di Roma 1779; Venturi 1920.

 

Didascalie illustrazioni

Carattere 11.