Gabriella Greison, La leggendaria storia di Heisenberg e dei fisici di Farm Hall, Roma, Salani, 2019.

di Letizia Fiori

Questo è il racconto entusiasta di una (ex) studentessa di Storia dell’Arte. La curiosità mi ha spinta ad assistere nuovamente ad una lezione universitaria: io che pensavo che quei tempi fossero finiti!

Catturata da una locandina pubblicata nei vari gruppi Facebook di “Tor Vergata”, di cui ancora faccio parte, decido di andare. «Gabriella Greison, scrittrice, fisica, giornalista, drammaturga e attrice teatrale interverrà sul tema: Heisenberg e i fisici di Farm Hall», così era scritto nel manifesto. Ho subito pensato: cosa ci fa una fisica nella Macroarea di Lettere e Filosofia dell’Università di “Tor Vergata”?

Poi ho capito. La studiosa in questione, fisica nucleare per la precisione, negli ultimi anni della sua carriera lavorativa si è dedicata alla scrittura e al teatro. Ha avuto l’idea di mettersi a raccontare alcune vicende capitali della storia della fisica, che è anche storia del mondo: ma lo ha fatto non convenzionalmente, come siamo abituati a leggere nei libri di storia o nei manuali di fisica, bensì scrivendone testi di narrativa per ricavarne monologhi teatrali. Ad esempio, La leggendaria storia di Heisenberg e dei fisici di Farm Hall (che è il titolo del suo ultimo romanzo fresco di stampa, edito da Salani) è la storia di dieci tra i più importanti fisici tedeschi del XX secolo, tra cui Werner Heisenberg, che nel 1945 vennero rinchiusi (e spiati) per sei mesi in una villa nei dintorni di Cambridge, Farm Hall. Solo il dieci per cento delle intercettazioni, però, venne poi pubblicato; il libro è il romanzo di tutto il resto.

Dopo avere spiegato il suo metodo di indagine, che prevede una ricerca sul posto, il contatto con i parenti ancora in vita dei protagonisti delle sue storie e, ovviamente, un confronto con le fonti esistenti (lettere, appunti, taccuini, ecc.), la Greison stupisce tutti iniziando a recitare un estratto dal suo spettacolo teatrale Due donne ai raggi X. Marie Curie e Hedy Lamarr, ve le racconto io, trasposizione teatrale del suo libro, pubblicato nel 2017 dalla casa editrice Bollati Boringhieri, dal titolo Sei donne che hanno cambiato il mondo. Le grandi scienziate della fisica del XX secolo. E in un attimo un’anonima aula universitaria si è trasformata in un palcoscenico teatrale. Un piccolo spettacolo in esclusiva per i presenti, fortunati e stupiti.

Occasioni come questa non capitano tutti i giorni. Tutto ciò a cui gli studenti sono abituati, la classica lezione frontale, in cui il professore spiega e gli studenti, nella migliore delle ipotesi, annuiscono, è stato, per un’ora e mezza, solo un lontano ricordo. Noi, il suo pubblico, eravamo catturati e ammaliati, nonostante si stesse parlando di fisica.

La Greison confessa di aver ‘imparato a raccontare’ grazie ai diversi registi teatrali con cui  ha lavorato, e di non essersi minimamente aspettata un successo come quello che sta avendo. I suoi libri vanno a ruba, i suoi spettacoli teatrali sono sempre sold oute terminano con lunghi minuti di applausi. La ragione è semplice: il pubblico si accorge dello sforzo fatto dall’autrice per rivolgersi al di fuori del mondo accademico. Il focus è sul lato umano delle grandi scoperte del XX secolo, sulle persone che le resero possibili, sulla loro vita, sui loro caratteri e sulle loro abitudini.

Sperando di poter rivedere presto a Roma uno dei suoi spettacoli, nel frattempo conserviamo il ricordo di una fisica nucleare che racconta ad un pubblico di umanisti la fisica salendo sulla cattedra.