Richard Verstegan (1587)

Theatrum Crudelitatum Haereticorum Nostri Temporis

di Giulia Dal Lago

Theatrum Crudelitatum Haereticorum Nostri Temporis è il titolo dell’opera che Richard Verstegan scrisse e pubblicò ad Anversa nel 1587 come denuncia teologico-politica delle persecuzioni contro i cattolici che segnarono il XVI secolo.
Nato a Londra tra il 1548 e il 1550 da una famiglia olandese di fede cattolica della provincia di Gheldria, Richard Verstegan fu battezzato come Richard Rowlands. Figlio di un bottaio, il giovane Verstegan ebbe comunque l’opportunità di dedicarsi agli studi e di iscriversi nel 1564 all’Università di Oxford. Malgrado lo spiccato interesse mostrato per la carriera accademica, fu costretto ad abbandonare gli studi a causa delle restrizioni imposte dalla riapprovazione dell’Atto di Supremazia (Giardina, Sabbatucci, Vidotto 2009, p. 320). Da Oxford si ristabilì a Londra ed entrò come apprendista presso la bottega orafa di Philip Cratell (Bisanti, D’Aronco et alii 1993, p. 72); si specializzò nella lavorazione dell’oro diventando un abile orafo e acquisendo una notevole padronanza nel disegno, padronanza che gli permetterà poi di realizzare le incisioni della sua opera illustrata. Nel 1576 pubblicò la prima guida del mondo in inglese, The Post of the World (Arblaster 2004, p. 3). Qualche anno più tardi fu coinvolto in un illegal Catholic printing, partecipando all’edizione dell’opera di Thomas Alfield sull’esecuzione di Edmund Campion. Questo fatto gli causò l’esilio, motivo per cui nell’aprile 1582 egli approdò in Francia (Arblaster 2004, p. 24). Qui entrò subito in contatto con Robert Persons che gli affidò la pubblicazione di opere devozionali per la English Mission, incarico che ricoprì fino al 1603. Solo qualche anno dopo l’arrivo in Francia, nel 1587, l’autore inglese si trasferì ad Anversa e nello stesso anno pubblicò il Theatrum Crudelitatum Haereticorum Nostri Temporis. Sono anni, questi, in cui continuò la sua attività di pubblicista ed editore di opere martiriologiche e di propaganda, affiancando tra il 1615 e il 1617 una missione per conto di Manuel Sueyro che lo portò a viaggiare tra le terre olandesi. Dal 1617 proseguì lavorando come poeta e giornalista, pubblicando Nederduytsche epigrammen e mantenendo vivo il suo interesse per la politica contemporanea. In questo periodo collaborò con Abraham Verhoeven per il Nieuwe Tijdingen, per cui scrisse una serie di articoli satirici e considerazioni sulla realtà dell’epoca a sostegno della causa cattolica che lo vide coinvolto nel dibattito fino alla fine dei suoi giorni. Verstegan morì ad Anversa il 3 marzo 1640. 
L’attenzione e la partecipazione dimostrate da Verstegan a supporto delle politiche controriformiste crearono, nel 1587, il presupposto per la pubblicazione di Theatrum crudelitatum haereticorum nostri temporis. L’opera si propone come testimonianza degli scontri religiosi che sconvolsero l’Europa Cinquecentesca ponendo l’accento sui fatti che interessarono Regno Unito, Francia, Belgio e Olanda. La necessità di illustrare le atroci violenze compiute dai protestanti indusse Richard Verstegan a contepire un testo strettamente legato a immagini; in questo modo il contenuto sarebbe risultato chiaro non solo ai letterati e agli intellettuali, ma anche alla popolazione meno istruita. Grazie alle immagini il lettore è catapultato nella crudele realtà dei fatti descritti che, senza alcun filtro, giungono diretti agli occhi dell’osservatore.
Il XVI secolo è ricordato come un periodo di grande fermento religioso segnato dall’affermazione di nuove confessioni e il Theatrum crudelitatum haereticorum nostri temporis diventa lo specchio della realtà del regno di Enrico VIII (Verstegan 1587, p. 21) e di Elisabetta I (Verstegan 1587, p. 69), della crisi francese del 1562 (Verstegan 1587, p. 31) e delle conquiste dell’esercito del Principe d’Orange, Guglielmo di Nassau, che devastarono il Belgio e l’Olanda (Verstegan 1587, p. 57). Ciò che ne consegue è una narrazione che non lascia scampo ad equivoci, la furia assassina non risparmiò nessuno. Innumerevoli risultano gli episodi di violenza contenuti nell’intera opera a danno di uomini, donne, bambini e religiosi, e sono proprio questi ultimi a rappresentare il numero più alto di vittime. Per avere un’idea di ciò che accadde è sufficiente citare alcuni fatti: nelle acque tra Madeira e le Canarie fu assalita una nave di religiosi dove persero la vita quaranta gesuiti (Verstegan 1587, pp. 55-56); non meno cruenta fu l’occupazione del monastero di Sant’Agata a Delft che diventò teatro degli orrori calvinisti (Verstegan 1587, pp. 65-66); altrettanto sanguinosa fu la conquista dell’esercito ugonotto della città di Angoulême che contò tra i morti due confratelli, Frater Michel Grellet e Frater Petrus Bonneau (Verstegan 1587, pp. 32-33); nel Regno Unito, soprattutto nella cattolicissima Irlanda, fu rispettato lo stesso copione e a trovare la morte fu il Vescovo Patricius O-Helius (Verstegan 1587, p. 81).
Si noti, ora, come l’autore per dare maggiore risalto ai fatti e a coinvolgere ulteriormente il lettore, abbia scelto di riportare anche i nomi delle vittime. Tra si esse spiccano grandi personalità, tra cui John Fisher e Thomas More, arrestati per la loro opposizione al potere e condannati a morte rispettivamente il 22 giugno e il 6 luglio 1535 (Verstegan 1587, p. 25); non meno importante è la scena dedicata all’esecuzione della martire simbolo della lotta all’anglicanesimo, Mary Stuart, giustiziata il 7 febbraio 1587 nel castello di Fotheringhay (Verstegan 1587, p. 85). La stessa attenzione alle vittime Verstegan la dimostra anche quando si tratta di persone comuni; nel testo compaiono gli elenchi Religiosorum sacerdotum et laicorum nomina, qui pro defensione Primatus Romana Ecclesiae per marytium consumpti sunt, durante il regno di Enrico VIII (Verstegan 1587, p. 30) e Elisabetta I (Verstegan 1587, p. 86).
A destare lo stesso interesse è la scelta di datare alcuni episodi narrati, permettendo a chi legge una collocazione temporale. Come si è potuto notare, era già avvenuto per le esecuzioni più illustri, ma similmente Verstegan si preoccupa di dare datazioni certe anche quando si parla di fatti meno noti; è questo il caso delle esecuzioni di diciannove sacerdoti che si tennero a Brielle il 14 agosto 1572 (Verstegan 1587, p. 59) e di quella di un monaco avvenuta a Delft il 10 dicembre 1572 (Verstegan 1587, p. 65).
Verstegan illustra anche gli atroci patimenti subiti dai cattolici che caddero prigionieri degli Inglesi, rinchiusi nelle carceri della Torre di Londra (Verstegan 1587, pp. 73-76) e della città di York (Verstegan 1587, pp. 77-78), e costretti a subire innumerevoli torture. Così vediamo ritratti numerosi frati ai quali vennero cavati occhi, naso e orecchie (Verstegan 1587, p. 53); donne che furono marchiate su tutto il corpo così da non potere più essere oggetto di desiderio (Verstegan 1587, p. 37) e uomini obbligati a immergere le mani nell’olio bollente (Verstegan 1587, p. 39). A completare il quadro si aggiungono le azioni di distruzione che coinvolsero varie chiese tra cui Notre-Dame de Cléry che venne smantellata e privata di ogni paramento decorativo (Verstegan 1587, p. 47). Benché siano stati citati solo alcuni episodi, l’opera si compone di un numero considerevole di scene, caratterizzate da violenze e morti. Si tratta di immagini ricche di personaggi dove la composizione talvolta si divide in due, mostrando contemporaneamente sia l’ambiente interno che lo spazio esterno. È questo il caso di una delle immagini dedicate alla Francia di cui si vedono da una parte due uomini appesi a testa in giù all’interno di una prigione e dall’altra quanto stava accadendo per le vie della città (Verstegan 1587, p. 41). Talvolta invece è possibile trovare illustrazioni dedicate ad un solo avvenimento, come nel caso dell’esecuzione di Mary Stuart.

 

Bibliografia

Oxford Dictionary of National Biography, vol. 56, 2004, p. 381.

Giardina A., Sabbatucci G, Vidotto V., Storia dal 1350 al 1650, Laterza, 2009, p. 320

Bisanti A., D’Aronco M. A., Dell’Anna G., Gallo F. A., Gatto L., Hamesse J., Incardona N., Pittaluga S., Poppi A., Medioevo umanistico e umanesimo medievale, Officina di Studi Medievali, 1993, p. 72

Arblaster P., Antwerp & the World: Richard Verstegan and the international culture of Catholic Reformation, Leuven, University Press, 2004, p. 3.

Richard Verstegan, Theatrum Crudelitatum Hareticorum Nostri Temporis, Adriaus Huberti, Anversa, 1587, p. 21.