Esperimento a “Tor Vergata”: gli studenti delle scuole secondarie alle prese con Bellori

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Roma, 15 febbraio 2017 – Oggi, per la prima volta, il Laboratorio di fonti per lo studio della storia dell’arte dell’Università di Roma “Tor Vergata” è stato aperto agli studenti dell’ultimo anno delle scuole secondarie. Quasi centotrenta ragazzi dei licei scientifico e turistico di Zagarolo e Palestrina sono stati invitati ad affrontare l’esercizio di trascrizione  di un testo storico-artistico di capitale importanza, come la Descrizione delle immagini dipinte da Rafaello d’Urbino nelle camere del palazzo apostolico vaticano di Giovan Pietro Bellori, stampata la prima volta nel 1695 a Roma. Agli stessi ragazzi è stata così affidata la responsabilità curatoriale del testo che, sotto la supervisione dei docenti del corso di laurea magistrale in Storia dell’arte, sarà prossimamente pubblicato a stampa nella collana Fonti e testi di Horti Hesperidum e reso quindi liberamente accessibile  nella biblioteca elettronica di Horti Hesperidum. 

Il prof. Carmelo Occhipinti, che ha fortemente voluto l’esperimento, ritiene che in questo modo si possa tentare di rispondere all’allarme che pochi giorni fa è stato lanciato dall’Accademia Nazionale della Crusca, riguardo al progressivo indebolimento delle capacità linguistiche degli studenti che frequentano l’università.

Messi di fronte ad un testo letterario antico, e di tale complessità, i ragazzi hanno affrontato l’impegno dimostrando un entusiasmo stupefacente, attratti tanto più dalla prospettiva della fruizione elettronica, oltre che della più tradizionale pubblicazione cartacea del lavoro da loro eseguito. L’esercizio di lettura, di trascrizione, correzione e digitalizzazione di un testo antico costringe chi ne è responsabile a interiorizzare il testo stesso: esercizio umilissimo, certo, paragonabile a quello che svolgevano gli amanuensi medievali quando ricopiavano i codici antichi per trasmettere alla posterità i capolavori della letteratura greca e latina; gli strumenti tecnologici che il mondo contemporaneo ci mette a disposizione, a iniziare dai più comuni software per videoscrittura fino ai canali sterminati del web, riescono evidentemente a rendere stimolante, soprattutto per i più giovani, l’esperienza anche solo di una pagina di libro antico, cui assicurare, attraverso l’utilizzo dei supporti digitali, una circolazione e una vita nuove. Non si tratta solo di un servizio reso alla comunità scientifica e alla posterità. L’esperienza arricchisce enormemente chi la fa.
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