Ricordo di François Lissarrague (1947-2021)

Ci ha lasciati in punta di piedi, con la consueta eleganza, uno dei massimi esperti al mondo di Iconografia greca antica, François Lissarrague. Allievo dell’antropologo Jean-Pierre Vernant (1914-2007), ebbe la fortuna di scrivere la tesi sotto la guida dello storico del mondo antico Pierre Vidal-Naquet (1930-2006), ottenendo l’incarico, mentre era professore di Lettere Classiche nei licei, di documentalista presso il Centre Louis Gernet, Centro di ricerche comparate sulle società antiche, fondato da Vernant negli anni Sessanta e confluito nel 2010, insieme al Centre Gustave Glotz, Centro di ricerca sui mondi ellenistico e romano, e a Phéacie, Pratiche culturali nelle società greca e romana, con le rispettive biblioteche, nel nuovo centro ANHIMA, Anthropologie et Histoire des Mondes Antiques.

Attraverso il ricco repertorio fotografico del Centre Louis Gernet, allora ubicato in 10, rue Monsieur-le-Prince, avvenne dunque il primo incontro di Lissarrague. con la ceramica greca antica: una consuetudine, quella di osservare, descrivere, catalogare e, in taluni casi, ricopiare le immagini sui vasi antichi, che Lissarrague non ha mai abbandonato, anche quando i suoi incarichi accademici e viaggi all’estero per tenere seminari, cicli di lezioni e convegni, si sono susseguiti a un ritmo incalzante. Per ricordarne solo qualcuno, Lissarrague è stato Directeur d’études all’École des Hautes Études en Sciences Sociales a partire dal 1996 e poi emerito dal 2016; Sather Professor presso il Department of Ancient Greek & Roman Studies presso l’Università di Berkeley in California e ha tenuto cicli di seminari presso numerose università, l’ultimo presso il Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale (DiSPaC) dell’Università degli Studi di Salerno. Tra le sue più recenti collaborazioni editoriali, mi limito a segnalare lo splendido volume di prossima pubblicazione Images at the Crossroads. Media and Meaning in Greek Art, di cui ha curato insieme a Judith M. Barringer l’edizione e che raccoglie contributi nell’ambito dell’Iconografia greca antica dei massimi studiosi viventi.

Tra gli innumerevoli interessi di Lissarrague, tutti al confine tra Antropologia del Mondo antico e immagini, basti ricordare il banchetto nell’antica Grecia, cui ha dedicato il volume Un flot d’images. Une esthétique du banquet grec (Paris 1987), tradotto sia in italiano (Roma-Bari 1989) sia in inglese (Princeton 1990), la guerra, su cui si incentra L’autre guerrier. Archers, peltastes, cavaliers dans l’imagerie attique (Paris-Rome 1990) e, più di recente, i satiri su cui verte La cité des satyres. Une anthropologie ludique (Athènes VIe-Ve siècle avant J.-C. (Paris 2013), presentato dall’autore il 7 novembre 2013 presso la libreria Alinéa à Martigues.

Lascia innumerevoli allievi sparsi per il mondo, i cui contributi sono stati di recente raccolti nel volume La cité des regards: Autour de François Lissarrague, a cura di N. Hosoi, E. Lehoux e V. Zachari (Rennes 2019). Ci mancheranno soprattutto la semplicità, il rigore e la passione con cui trasmetteva il suo insegnamento.

Ilaria Sforza, 16 dicembre 2021

 

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