Screen cultures. Cinque parole chiave per la ricerca del XXI secolo

di Letizia Fiori

Il 21 e 22 febbraio 2019 l’Università degli Studi di Roma ʻLa Sapienzaʼha ospitato, presso la sede delle Ex Vetrerie Sciarra, il Convegno internazionale “Screen cultures. Cinque parole chiave per la ricerca del XXI secolo”, organizzato dal Dipartimento di Comunicazione e Ricerca sociale (CORIS) e dal Dipartimento di Storia Antropologia Religioni Arte Spettacolo (SARAS) in collaborazione con la Società Scientifica Italiana Sociologia, Cultura, Comunicazione (SISCC) e la Consulta Universitaria del Cinema (CUC).

Il Convegno, aperto dal discorso introduttivo del professor Giovanni Ragone (ordinario in
Mediologia presso ʻLa Sapienzaʼ), che ne spiega la genesi, promuove la riflessione interdisciplinare sulle culture dello schermo e i loro linguaggi (film, format tv, forme seriali, digital storytelling, fotografia, social media, videogaming, piattaforme digitali, brand communication, ecc.), declinando il tema principale secondo cinque parole chiave: ImmaginariNarrazioniMedia IndustriesAudience PracticesTecnologie. Ognuno di questi campi apre le porte a studi e percorsi di ricerca condivisi da varie comunità di studiosi. Convergono qui, infatti, diverse e importanti tradizioni di ricerca: sono presenti studiosi di cinema, televisione, immaginario, visual cultures, mediologi, sociologi della cultura e della comunicazione, ma anche linguisti, semiologi, storici dell’arte. Lo scopo, che si percepisce essere prioritario, è quello di avviare una riflessione comune volta a innovare e ibridare metodi di ricerca empirica e modelli teorico-interpretativi di un campo di studi sempre più condiviso.

Dopo i turning pointche hanno segnato le teorie dell’ultimo Novecento (la semiotica, la cultura visuale, le teorie delle emozioni, i modelli di produzione e consumo nella società delle reti, ecc.) – sostiene il professor Ragone – «si tratta oggi di provare a definire un terreno di incontro che sappia raccogliere le sfide poste dalle rapide trasformazioni che investono le media industries, le nuove modalità di narrazione, il protagonismo delle audience, e i principali campi e trendsmetaforici».

Oltre 120 le proposte di intervento ricevute sull’intera gamma del racconto per immagini, della sua produzione e dei modi di consumo in circolazione, dal film al videogame, passando per i social media.

La vocazione interdisciplinare del convegno si sente, si respira; un’occasione di dialogo, di scambio, e non semplicemente un convegno accademico in cui ognuno va e svolge il suo compito. Due giorni densi e ricchi di interventi e discussioni; un tema vasto ma affrontato trasversalmente, con l’ottimistica speranza, a mio parere attesa, di riuscire ad essere chiari e completi.

Non meno importante il sostegno di una rete di riviste scientifiche (Mediascapes JournalIm@goH-ermesDigitCultEmergingSeriesCinema e StoriaLa Valle dell’Eden) che offrirà l’opportunità di pubblicazione dei contributi.

 

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