«Horti Hesperidum» ricorda Gillo Dorfles. A lui sarà dedicato il prossimo fascicolo del 2018.

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Gillo Dorfles (1910 – 2018) ha scavalcato il secolo con la sua straordinaria esistenza, con le molteplici attività da intellettuale rigoroso lasciando un segno forte nella cultura del Novecento.
Dall’Estetica (è stato docente universitario) alla pratica artistica (cofondatore nel 1948 del Movimento di Arte Concreta), dalla Storia dell’Arte alla militanza nella Critica, i suoi interessi spaziavano nei campi sterminati del Design, della Comunicazione, della Musica (suonava il pianoforte), campi da lui percorsi con una mirabile capacità interdisciplinare, rara nel mondo accademico negli scorsi decenni.
Tra i suoi moltissimi libri ricordiamo Le Oscillazioni del Gusto (1958), Il Divenire delle Arti (1959), Il Disegno Industriale e la sua Estetica (1963), Nuovi Riti Nuovi Miti (1965), Il Kitsch (1968), Il Divenire della Critica (1976), Mode & Modi (1978), Elogio della Disarmonia (1986), Fatti e Mattoidi (1997), La (nuova) Moda della Moda (2008).
Molti dei suoi scritti hanno analizzato il fenomeno del consenso collettivo e degli atteggiamenti mutevoli del costume e hanno affrontato ante litteram il meccanismo della non corretta informazione. Il suo ultimo libro, La mia America, a cui stava lavorando, ha per argomento il costume sociale statunitense.

Negli anni Duemila importanti mostre lo hanno celebrato al Museo Revoltella di Trieste (2007), al Palazzo Reale di Milano (2010), al MART di Rovereto (2011), al MACRO di Roma (2015)

In occasione della prima mostra antologica, Gillo Dorfles. Essere nel tempo, che si è svolta al MACRO dal 27 novembre 2015 al 30 marzo 2016, a cura di Achille Bonito Oliva con il coordinamento scientifico e  il progetto di allestimento di Fulvio Caldarelli e Maurizio Rossi,  si sono svolte numerose attività collaterali tra cui  il progetto didattico-scientifico, “Lezioni ad Arte” nato in  collaborazione con Simonetta Baroni, Ufficio Didattica del MACRO – Area Università, Accademe e Progetti Speciali, e ideato da docenti delle tre università romane:  Rossana Buono, Università degli Studi di Roma  “Tor Vergata”; Laura Iamurri, Università degli Studi “Roma 3” di Roma, Carla Subrizi, Università degli Studi “La Sapienza” di Roma, a cui hanno partecipato anche Tiziana Musi dell’ Accademia di Belle Arti di Roma ed Eugenia Battisti, dell’Archivio Eugenio Battisti.

I relatori, che si sono avvicendati nel corso degli incontri con cadenza mensile da gennaio ad aprile 2016, hanno approfondito temi legati al pensiero critico e alle teorie estetiche di Gillo Dorfles: Artificio e Natura a cura di Rossana Buono in collaborazione con Luca Zevi, Artificio e Natura-Considerazioni architettonico progettuali Intervallo. Crisi della pittura e spazio della critica negli anni sessanta a cura di Laura Iamurri;  Gillo Dorfles, il MAC e Carol Rama a cura di Carla Subrizi;  Gillo Dorfles e la sezione di Disegno Industriale de “Il Marcatrè” a cura di Eugenia Battisti in collaborazione con Antonello Tolve.

Questa iniziativa accademica è stata approvata da Gillo Dorfles in considerazione del suo importante contributo critico al dibattito culturale scaturito dalle sue  stesse riflessioni teoriche.

Curato da Simonetta Baroni e Rossana Buono, il secondo fascicolo del 2018 della rivista «Horti Hesperidum, Studi di Storia del collezionismo e della storiografia artistica», sarà dedicato alla memoria di Gillo Dorfles. Vi saranno raccolti i saggi dei relatori tratti dagli interventi all’iniziativa delle “lezioni ad Arte”, cui si aggiungeranno i testi di Tiziana Musi, L’opera totale nel pensiero critico del Novecento, Simonetta Baroni, La percezione visiva: da Rudolf Arnheim alle esperienze didattiche e uno saggio di Fulvio Caldarelli.

Simonetta Baroni (MACRO, Roma) e Rossana Buono (Università di Roma “Tor Vergata2)

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